Era un' estate della fine degli anni cinquanta e Crosia continuava, imperterrita, a viveva la sua sete perenne. Com'era pieno, allora, il nostro amato paesello! Quanta bella giovinezza attorno a quella cisterna di preziosissima acqua! Ed era la folla di uno solo dei cento vicinati di quella scomparsa Crosia!
Quanti volti cari, con i quali ho diviso i giochi e le gioie dell'età più bella della vita!
E quella divisa, quella divisa all'apparire della quale tremavamo come canne... e scappavamo via atterriti già nel sentire il lontano tintinnìo della fibbia del suo cinturone... Come mi manca quel tintinnìo e come mi mancano quei volti che ormai, da lunghissimi anni, non calcano più il suolo benedetto che ha assistito al nostro nascere e vegliato sul nostro crescere.
(La foto è di Achiropita Sapia, da Genova)